Teatro

Il Neo Barocco della La società dello spettacolo a Narni

Il Neo Barocco della La società dello spettacolo a Narni

Sabato 22 gennaio, alle 21 il Teatro Comunale di Narni ospita, con una recita fuori abbonamento, la nuova produzione del gruppo di ricerca teatrale La società dello spettacolo Il neo barocco 1610-2010, con Michelangelo Bellani, Marco Rufinelli, Ferdinando Palomba e la regia di c.l. Grugher.
Il neo barocco, performance multimediale e visionaria, è ispirata all’Età neo-barocca saggio scritto da Omar Calabrese, considerato con Umberto Eco uno fra i più importanti semiologi italiani. 

«Che cos’è un’ Epoca, come si fa a definirne una nostra?» Omar Calabrese, nel celebre libro apparso sul finire degli anni ’80 analizza il linguaggio dell’arte, del cinema, della tv, della letteratura, della politica, della moda, della pubblicità e traccia le linee guida di un’estetica sociale, di uno “spirito del tempo” definito appunto Neo Barocco per una certa assonanza di stile con il Barocco storico.

La società dello spettacolo ispirandosi a questa base teorica ha creato una performance dal linguaggio multiforme e surreale. Un’esperienza attraverso le fisionomie linguistiche e i segni dei nuovi media, che da Caravaggio a Kill Bill raccoglie l’immaginario collettivo di questi ultimi trent’anni di storia. Il pozzo in cui cadde nel 1981 il piccolo Alfredino Rampi fa da incipit a una fantasmagoria in cui gli spettatori vengono metaforicamente sprofondati e in cui le azioni traboccanti di tre mostri-zombi tentano di liberare lo spirito autentico dell’antico avo barocco.

«In fondo è una fiaba, surreale, a tratti brutale – dichiara c.l. Grugher, regista del lavoro – che come tutte le fiabe è fatta per sollevare la stoffa del pensiero anche se attraverso la forza delle emozioni e dei sentimenti più immediati ».

«Tutto il nostro teatro in effetti sembra muoversi  – prosegue Michelangelo Bellani, autore del testo e performer  – sul filo di lama che separa la ragione dal sentimento. Il teatro si fa con la vita, ed essere vivi significa “giocare” con un’abbondanza di “carne” e pensiero di passioni e pensieri intrecciati e inscindibili, una materia corporea ed eterea nello stesso tempo che il più delle volte ha a che fare con il chiaroscuro del mistero, piuttosto che con l’evidenza delle idee».

Il debutto avvenuto lo scorso Settembre nell’ambito del Festival Segni Barocchi è stato accolto molto calorosamente dal pubblico fra cui era presente lo stesso Omar Calbrese che in uno scritto dedicato alla nuova produzione de La società dello spettacolo ha sottolineato «l’audacia della messa in scena, (…) uno splendido lavoro sulla lingua (…) che sembra far tornare in essere un’avanguardia teatrale che da tempo appariva esaurita».